Un lavoro lungo sette mesi fatto di studio, approfondimento, incontri. Quello che non si può raccontare nell’indagine conoscitiva sui beni confiscati alla criminalità organizzata in Campania promossa da Libera Campania e dalla Fondazione Polis della Regione Campania sono i sorrisi, la bellezza, i segni di mutamento e di riscatto che abbiamo incontrato. Nell’indagine che abbiamo voluto promuovere troverete un’analisi attenta delle realtà sociali che abbiamo chiamato pratiche di riutilizzo, una prima ricerca sperimentale che va in continuità con BeneItalia promossa da Libera e Fondazione Charlemagne Italiana onlus su tutto il territorio nazionale. Entrambe i lavori hanno avuto come intuizione quella di fotografare la situazione dei beni confiscati già riutilizzati, la concretezza della restituzione del maltolto attraverso il riutilizzo sociale.
“I beni confiscati come opportunità di sviluppo” è il titolo che abbiamo scelto per l’indagine svolta in Campania perché i risultati sono straordinari: 78 pratiche di riutilizzo censite su tutto il territorio regionale che in media occupano 5 persone, su cui operano mediamente 15 volontari e 16541 beneficiari complessivamente. Numeri importanti che possono essere moltiplicati, che sono ancora parziali perché c’è la necessità di un continuo monitoraggio e ricerca per censire tutte le realtà che operano sui beni confiscati. Diverse sono le esperienze e le attività che si svolgono sui beni confiscati in Campania: associazioni, cooperative, fondazioni, enti pubblici e morali che riutilizzano per scopi sociali i beni confiscati restituendoli al territorio e accogliendo il disagio sociale per eliminare barriere, creare autonomia, promuovere inclusione sociale e territoriale.