"Meditate che questo è stato", si legge in una poesia di Primo Levi. Un verso che ha in sé tutto il valore e l'importanza della memoria. Coltivare la memoria affinché ciò che è stato non si ripeta: le oscene e indifendibili leggi razziali del 1938, il rastrellamento nel ghetto di Roma del 16 ottobre del 1943, i campi di concentramento e di internamento, gli anni di piombo e gli omicidi commissionati dalla mafia. Proprio il ricordo di questa pagina terribile della storia italiana del XIX e XX secolo, che ha reso responsabile e complice il nostro Paese nella politica disumana e atroce della persecuzione contro gli ebrei, che ha proiettato l'Italia in anni bui dove le P38 la facevano da padrona e dove il tritolo veniva utilizzato per annientare i paladini della democrazia, impone il dovere di coltivare la memoria critica e di non dimenticare quanto sosteneva Primo Levi: "ricordate che quello che è stato, in futuro, con il sonno della ragione e la mancanza di memoria, potrebbe ripetersi e verificarsi nuovamente".
L'Università degli Studi di Salerno e Unis@und, webradio di Ateneo, da diversi anni hanno avviato un Percorso della Memoria su questi argomenti; "L'Italia e le mafie", "1938-1945: L'industria di Caino", "Shoah, raccontare per ricordare" sono trasmissioni radiofoniche e convegni, volute da un gruppo di giornalisti, docenti e studenti e avallate dalle decisioni del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione, che hanno mantenuto accesa la fiamma del ricordo in tutti questi anni.
Con "La memoria non va in vacanza" si vuole tracciare un filo conduttore tra gli eventi drammatici dei secoli scorsi e raccogliere tante storie e tante verità ancora sconosciute, dimenticate, invisibili.